SOBRILE Giuseppe

Giuseppe Sobrile nasce a Torino il 13 maggio 1879.
sobrile-gStudiò all’Accademia Albertina di Torino e fu allievo di Pier Celestino Gilardi e Giacomo Grosso.
Trattò largamente la figura, staccandosi dall’esempio dei maestri per rientrare nel gusto, a sua volta assai vario, di Felice Carena, Cesare Ferro e Domenico Buratti, con i quali condivise la tendenza al disegno particolareggiato e a un certo decorativismo.
Dopo la prima guerra mondiale elesse Forno Alpi Graie come sua dimora, con una chiara scelta per il paesaggio alpino e gli scorci rustici, raggiungendo particolari esiti positivi nelle visioni di neve. Ma è altresì noto per le nature morte di fiori di campo: grandi composizioni con sontuosi mazzi variopinti.
Muore a Forno Alpi Graie (Torino) il 6 settembre 1956.
L’ultima retrospettiva fu allestita alla Mole Antonelliana a Torino nel 1992.

TAVERNIER Andrea

 

Andrea Tavernier nasce a Torino nel 1858.
TAVERNIER_AndreaDal 1878 studiò all’Accademia Albertina di Torino, allievo di Angelo Moja, Enrico Gamba, Andrea Gastaldi e Pier Celestino Gilardi.
Pittore di paesaggio si dedicò in seguito al Divisionismo.
Esordì nel 1884 alla Promotrice delle Belle Arti di Torino. Fu presente con frequenza alle esposizioni torinesi sino al 1923, come pure alle mostre del Circolo degli Artisti tra il 1885 ed il 1916.
Soggiornò per alcuni anni sulla riviera adriatica. Nel 1890 circa si trasferì a Roma, in cerca di motivi ispiratori en plein air. Partecipò a Parigi all’ Exposition Universelle del 1900, nonché alle Biennali d’arte a Venezia dal 1899 al 1922. Divenne “professore aggiunto straordinario” all’Accademia Albertina, al posto di Gilardi, dal febbraio 1897 al 23 marzo 1903.
Dopo il 1909 si trasferì nuovamente a Roma, dipingendo suggestive immagini dei colli e della campagna romana. La sua produzione spazia dalle figure femminili del primo periodo, alle animate scene alpestri, alle scene di genere, al ritratto, pur rimanendo fondamentalmente “paesista”.
Muore a Grottaferrata (Roma) il 16 novembre 1932 e venne sepolto a Torino nella tomba della famiglia Bertolotti.

REVIGLIONE MARIO

Mario Reviglione, nasce a Torino, il 31 marzo 1883, è stato un pittore e incisore italiano.
Frequenta gli studi classici e s’iscrive all’Accademia Albertina di Torino, che abbandona per insofferenza verso la cultura formata sui modi del naturalismo ottocentesco interpretato da Giacomo Grosso.
Si avvicina all’ambiente artistico di Bistolfi e all’ambiente del Simbolismo. Diventa amico di Domenico Buratti e frequenta l’ambiente dell’avanguardia culturale e letteraria torinese. Frequenta anche Felice Carena e l’incisore Carlo Turina.
Di carattere molto schivo, inizia ad esporre alla Promotrice delle Belle Arti di Torino nel 1903. Nel 1906 partecipa alla Mostra nazionale del ritratto di Milano e l’anno seguente esordisce alla Biennale di Venezia (esposizione a cui parteciperà ininterrottamente fino al 1922).
Si dedica alla ritrattistica e alla pittura di paesaggio (oli, acquerelli, pastelli); le sue incisioni perdono l’originario carattere liberty per riferirsi ai modi propri della Secessione viennese a cui, intorno al 1910, è andato avvicinandosi. Espone alla Quadriennale di Roma e alla Prima Esposizione d’arte della Secessione Romana (1913-1916).
Nel 1912 partecipa alla I Esposizione italiana di xilografia a Levanto. Particolarmente apprezzato dalla critica del tempo[1] per le sue doti di disegno e di colorista, alterna la pittura alla personale ricerca xilografica con la quale collabora all’innovativa rivista L’Eroica di Ettore Cozzani a La Spezia.
Rimasto fedele alle sue scelte stilistiche iniziali, nel primo dopoguerra rimane isolato e la sua arte non è più compresa nonostante la sua costante partecipazione alle mostre torinesi fino al 1942.
Dopo la seconda guerra mondiale la sua solitudine artistica e umana lo porta ad una vita di povertà e a morire dimenticato dal pubblico.
Muore a Torino il 14 giugno 1965